Da tempo si parlava con gli amici trentini Rinco Boys del tour per celebrare il centenario della creazione del radler, la famosa birra e limonata, bevanda tipicamente estiva ed inventata proprio per i ciclisti. Leggete qui la sua storia. Non ne ero particalarmente convinto perché nel loro programma era previsto il ritorno da Monaco di Baviera in treno. Man mano che la macchina organizzativa si metteva in moto, aumentava l'insistenza per la mia partecipazione così che alla fine ho ceduto, apportando però qualche variazione alla tabella di marcia. Così ho raggiunto in auto il gruppetto dei trentini a Mezzaselva, qualche chilometro dopo Fortezza, al termine della loro prima tappa e con loro sono ripartito in bici il giorno seguente. La mia prima tappa, che per loro è stata la seconda, prevede di proseguire l'ascesa lungo la ciclabile che segue il fiume Isarco fino al Passo del Brennero, confine italo-austriaco, e da lì scendere fino ad Innsbruck per arrivare ad Hall in Tirol. | ||||
La seconda tappa del tour per il centenario del radler ci porta da Hall in Tirol fino a Rosenheim in Germania ed è quella più lunga di tutto il tour. Già dalla sera precedente il meteo era peggiorato iniziando a piovere insistentemente. La mattina con una temperatura abbondantemente al di sotto dei 10°C ci ha da subito fatto capire come sarebbe andata la giornata. La pioggia ci ha accompagnato lungo tutti gli oltre 110Km di ciclabili lungo le sponde del fiume Inn regalandoci anche qualche minuto di grandine dopo Kufstein. Il precedente record di Km percorsi sotto la pioggia è stato letteralmente sbriciolato. | ||||
La terza tappa del tour per il centenario del radler termina proprio dove il radler nacque ben 100 anni fa: al biergarten Kugler Alm. Chi volesse leggere la storia può fare riferimento a questa pagina. Per la cronaca invece, anche questa tappa, la più corta del tour, parte sotto la pioggia, che ci accompagnerà fino all'arrivo, e con una temperatura attorno ai 6°C. Sempre come il giorno precedente, anche oggi in netta maggioranza i tratti sterrati, sia lungo gli argini del fiume Magfall, sia lungo le sterminate foreste percorse da strade militari romane risalenti al 200 d.C. Purtroppo però, date le pessime condizioni del meteo, la tanto attesa festa alla Kugler Alm per celebrare il centenario del radler, non si è potuta svolgere. | ||||
La quarta tappa del tour vede il così detto giro di boa. Una volta salutati i compagni di viaggio trentini, che come da programma andranno a Monaco di Baviera per poi rientrare in Italia col treno, si inizia il viaggio di ritorno. Seguendo per lo più il percorso fatto all'andata ma cambiando le tappe intermedie, il ritorno verso l'Italia parte in una giornata fredda e umida fortunatamente poco piovosa. Così dalla Sportschule alla periferia nord di Oberhaching si torna verso Rosenheim per poi passare il confine e tornare in Austria facendo tappa a Kufstein. Intanto nei due giorni precedenti le montagne circostanti, che oggi tornano a vedersi tra le nubi, hanno cambiato colore e dal verde sono passate al bianco. | ||||
La quinta tappa è tutta in territorio austriaco e si snoda lungo le rive del fiume Inn da Kufstein fino ad Innsbruck dove subito iniziano i primi muri sulle pendici del Passo del Brennero. L'arrivo è a Igls, quasi alla sommità di un lungo altopiano che farà parte della prossima tappa. Finalmente una intera giornata senza una goccia di pioggia e temperature gradevoli anche in quota, nonostante la neve presente sui monti circostanti. | ||||
Il tour per i 100 anni del radler giunge alla sua sesta ed ultima tappa. Oggi infatti si farà rientro in Italia valicando il Brennero dal versante austriaco, quello più ostico. Non a caso questa tappa mi spaventava, non per la lunghezza certo, ma più per la difficoltà altimetrica. Il passo del Brennero dalla parte austriaca ha i suoi km più duri su sede stradale e non su ciclabile. Poi l'incognita del meteo e la certezza delle temperature basse. All'alba ho visto il cielo sereno e al via alle ore 8 ho goduto di ben 3°C. Il resto è scivolato via pian piano e quegli ultimi 17Km di salita, i più temuti lungo la statale, mi hanno positivamente stupito. La sede stradale non è stretta, ma non c'è margine di sosta nemmeno per un ciclista in affanno o in difficoltà tecnica, a parte nei pochi paesi attraversati e qualche raro "sappello". A stupirmi sono stati gli automobilisti. Nessuno con la fretta di superarti e farti il pelo; tutti si sono messi diligentemente in coda attendendo di uscire da una curva cieca o che sul rettilineo non ci fosse nessuno sul lato opposto. Anche questo mi ha dato sicurezza di spingere ed andare avanti. Così il Kaiser ha ceduto per la seconda volta... | ||||